Prezzo del legno alle stelle. Le scelte di Usa e Cina alterano il mercato
Non è un mistero, il settore dell’arredamento, così come delle costruzioni e degli imballaggi sono al centro di una tensione del mercato delle materie prime senza precedenti. Il prezzo del legno nel primo quadrimestre dell’anno è cresciuto negli Stati Uniti del 49%. Per dare un’idea, il borsino di aprile dava 1.000 board feet, pari a a 2,36 m³ a quota 1.000 dollari.
Ma, ancora peggio è stato il risultato, in Europa, del legno da costruzione (sia massiccio sia incollato) che è aumentato del 60-70% rispetto alle contrattazioni commerciali di settembre 2020. Per fare un esempio, il legno lamellare, è passato da 400 a 700 euro al m³.
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A gravare sulla situazione europea ha pesato un’impennata della richiesta a stelle e strisce a partire sa settembre 2020, tanto che le spedizioni da Ue a Usa hanno segnato per il legno di conifera un totale di 3,5 milioni di metri cubi, prosciugando di fatto il mercato interno (e le scorte) continentali.
![tronchi verso segheriajpg](//files.spazioweb.it/56/03/5603b82f-ac89-4db0-bc0a-32bef810f665.jpg)
Gli esperti indicano un processo che non si esaurirà facilmente e che porterà, nel 2021, la domanda globale di legno di conifera segato a superare la produzione reale: 350 milioni di metri cubi.
A pesare sulla domanda globale è anche la decisione della Cina di convertire parte dell’edilizia in soluzioni in legno e “bio”, con “testimonial internazionale” le Olimpiadi invernali del 2022.
Un quadro generale che preoccupa tutto il settore e che è stata manifestata da Assolegno, anche tramite il suo presidente Angelo Marchetti, che sottolinea il sommarsi della crisi dei prezzi della materia prima a quella dovuta al Covid, tanto da parlare di ricontrattazione per i contratti pubblici.
Ma, ancora peggio è stato il risultato, in Europa, del legno da costruzione (sia massiccio sia incollato) che è aumentato del 60-70% rispetto alle contrattazioni commerciali di settembre 2020. Per fare un esempio, il legno lamellare, è passato da 400 a 700 euro al m³.
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Le cause dell’impennata dei prezzi
Quattro le cause principali: il boom dell’edilizia negli Usa guidata da Biden; le forti nevicate che hanno ridotto la produzione americana; le scorte limitate Oltreoceano e, in ultimo, il blocco delle esportazioni deciso dalla Russia.A gravare sulla situazione europea ha pesato un’impennata della richiesta a stelle e strisce a partire sa settembre 2020, tanto che le spedizioni da Ue a Usa hanno segnato per il legno di conifera un totale di 3,5 milioni di metri cubi, prosciugando di fatto il mercato interno (e le scorte) continentali.
![tronchi verso segheriajpg](http://files.spazioweb.it/56/03/5603b82f-ac89-4db0-bc0a-32bef810f665.jpg)
Gli esperti indicano un processo che non si esaurirà facilmente e che porterà, nel 2021, la domanda globale di legno di conifera segato a superare la produzione reale: 350 milioni di metri cubi.
A pesare sulla domanda globale è anche la decisione della Cina di convertire parte dell’edilizia in soluzioni in legno e “bio”, con “testimonial internazionale” le Olimpiadi invernali del 2022.
Sindrome Cinese
Per la prima volta, infatti, nel 2021 la domanda globale di legno di conifera segato sarà superiore alla produzione e potrebbe superare i 350 milioni di m³. «Colpa» della Cina, che ha deciso di convertirsi alle costruzioni in legno e che vuole simboleggiare questa scelta con le Olimpiadi invernali del 2022. Nel 2021, quindi, la domanda di legno per fini strutturali di Pechino potrebbe toccare i 70 milioni di m³ e i 75 milioni nel 2022. Nell’anno in corso si sta anche registrando una massiccia domanda da parte del comparto europeo delle case in legno e delle case prefabbricate. I dati provenienti dall’industria tedesca, la più avanzata in questo settore, registrano un +42% di fatturato nel 2020 e una stima di ulteriore crescita nel 2021.Un quadro generale che preoccupa tutto il settore e che è stata manifestata da Assolegno, anche tramite il suo presidente Angelo Marchetti, che sottolinea il sommarsi della crisi dei prezzi della materia prima a quella dovuta al Covid, tanto da parlare di ricontrattazione per i contratti pubblici.